Maratona dles Dolomites

Collaboro da qualche anno con il comitato organizzatore della granfondo ciclistica più famosa al mondo, vale a dire la Maratona dles Dolomites – Enel. Come prima cosa, ho dovuta percorrerla per intero e devo ammettere che l’esperienza è stata bella tosta: bella perché pedalare sulle strade che hanno reso epico il ciclismo, con i passi dolomitici chiusi al traffico, è qualcosa di unico. E farlo con diecimila altri maratoneti provenienti da tutte le parti del mondo è emozionante. Tosta perché pedalare per quasi centoquaranta chilometri con oltre quattromila metri di dislivello non è cosa da poco. Anzi, per me è stato moltissimo. Dopodiché ho potuto fare il mio lavoro, che come al solito è scrivere: redigo i testi del magazine, imposto i comunicati stampa, sistemo i testi del sito, scrivo head e body per la pagina adv che si pubblica ogni anno sulla Gazzetta dello sport, ho fatto incontrare l’amico Rick Guasco con gli artefici della Maratona e sono sempre a disposizione per qualsiasi richiesta. Ad esempio, per l’edizione del 2019 ho redatto in diretta il comunicato da pubblicare appena finita la gara. Invece di pedalare con gli amici ciclisti, ero lì a scrivere, proprio in un ufficio accanto al traguardo. Vabbè, mi sarei rifatto il giorno dopo, passato a pedalare su e giù fra i passi dolomitici. Ah, se solo si decidessero a chiuderli per qualche ora al giorno durante i mesi estivi. Solo così le Dolomiti smetterebbero di essere triturate a dismisura dalle migliaia di auto e moto che ogni giorno le violentano e diventerebbero la meta ideale per una nuova forma di turismo più lento, profondo e soave, i tre aggettivi cari all’indimenticato Alexander Langer.

www.maratona.it